Nel 2018, sostenuta ed in accordo con Luciano, uomo di altri tempi, mio compagno di vita e padre saggio e premuroso, abbiamo  aperto la casa che abitiamo e deciso di condividerla con altri genitori . Questa decisione, con l’unico fine di riappropriarci della libertà di scegliere a chi affidare la nostra bambina, quando affidarla a braccia diverse dalle nostre, dove lasciarla cioè in un luogo silenzioso, famigliare, immerso nel verde, pulito nel senso più ampio della parola, semplice ed arredato con mobili e materiali ispirati al metodo Montessori. Ho rivisitato in chiave 0-3 anni il concetto di istruzione domiciliare, chiamata in inglese “homeschooling.” Si tratta di un fenomeno che è sempre esistito, essendo stato in passato l’unica forma di istruzione intellettuale. Ci sono varie motivazioni a favore dell’istruzione domiciliare, che normalmente ha una struttura e un’organizzazione completamente differente rispetto alle regole e l’ organizzazione delle cosiddette realtà istituzionali. Nella maggior parte dei casi l’istruzione domiciliare riconosce i membri della famiglia come tutori e insegnanti dei propri figli, parlando di una vera e propria istruzione parentale, ma esistono allo stesso modo diverse esperienze, come quella di ingaggiare insegnanti privati per tenere lezioni ai propri figli all’interno della propria casa o in luoghi pubblici o privati o di condividere gli insegnati insieme ad altre famiglie. In molti casi l’istruzione domiciliare è un’ opzione legale per i genitori che vogliono formare i figli in ambienti di apprendimento diversi da quelli esistenti nelle realtà vicine.

Ho scelto con scrupolo gli educatori, assicurandomi che vi fosse continuità e che le figure di riferimento per mia figlia non cambiassero continuamente, individuando in ciascuno di loro una peculiarità che li rende unici.